Fondo Famiglia Corte

Consistenza: 1200

Estremi cronologici: 1860-1950 ca.

Descrizione: In senso documentario (vedi Archivio documentario/Fondi Diversi/Fondo Famiglia Corte), il fondo rappresenta il connubio archivistico tra carte di famiglia e documenti che testimoniano attività professionali. L’avvocato Camillo Corte instaurò forti legami economici con diverse famiglie di imprenditori edili, quali i Biglia, i Piatti e i Boggio, e gli incartamenti relativi ai numerosi spostamenti per motivi di lavoro si intrecciano con carte riferibili ad ambiti privati nelle quali si trovano documenti e carteggio personale tanto del capofamiglia e della consorte Rita Boggio quanto dei figli Benvenuto Almondo, Filiberto e Renato. La produzione e la stratificazione così variegata e disomogenea delle carte si riflette sulle circa 1200 immagini fotografiche di diverso formato, in non pochi casi semplici provini, allegate alla documentazione. In questa raccolta più che nelle altre l’identificazione dei soggetti e la datazione specifica rappresentano un problema probabilmente insolubile. Il discorso vale per quasi tutte le 72 negative (su pellicola o su lastra vitrea) e per molti fotogrammi, soprattutto quelli di tipo strettamente privato, anche se, fortunatamente, non mancano interessanti e consistenti eccezioni. Un’ulteriore considerazione preliminare riguarda i fotografi biellesi che fino ad ora si sono evidenziati nei vari fondi: in questo caso la caratteristica “erranza” del soggetto produttore, cioè i Corte, ha fatto in modo che le immagini siano state realizzate da un gran numero di professionisti o dilettanti su tutto il territorio nazionale e in alcuni casi all’estero mentre, di conseguenza, gli scatti ad opera di locali si riducono. Sorprendentemente il Rossetti, che di norma supera in quantità i suoi colleghi, ha lasciato nel fondo Corte un solo pezzo, mentre il suo più datato concorrente, Vittorio Besso, primeggia con 7 stampe; Paolo Onorato Borro ne vanta 4 e lo studio Cappellaro & Masserano si ferma a 3. Trattandosi di ritratti formato tessera la tecnica più diffusa è l’albumina mentre la datazione, del tutto indicativa, si colloca tra il 1880 e il 1915. Precise sia nella data che per la località risultano almeno una trentina di gelatine al bromuro d’argento che riguardano le vacanze marine della famiglia sulla riviera ligure tra il 1919 e il 1920 ed alcune escursioni sugli Appennini (passo del Bracco), probabilmente effettuate in quegli stessi anni. Coeve anche alcune gite sui monti del Biellese e a Oropa. In relazione alle esperienze belliche di Renato Corte non potevano mancare le classiche immagini di soldati in licenza e di istanti della vita sul fronte. Ad esse vanno associate alcune stampe di vedute africane molto probabilmente relative alla guerra italo-turca di poco antecedente al primo conflitto mondiale o a partecipazioni non documentate alle vicende coloniali italiane del Corno d’Africa. Risulta difficile infatti chiarire con precisione i luoghi e i tempi perché gli ambienti e gli uomini più o meno armati sembrano di volta in volta magrebini, berberi e addirittura eritrei o abissini, specialmente in una realizzazione firmata Schemboche. Il vero problema interpretativo per quanto riguarda il fondo in oggetto è che il grande raggio relazionale dei Corte ha sicuramente “ibridato” con inserimenti a vario titolo il proprio patrimonio iconografico, composto tra l’altro da migliaia di cartoline postali. Non essendoci indicazioni a corredo delle immagini o trovandone sotto forma di dedica da parte di amici o conoscenti che inviavano la loro effige o esotiche inquadrature dalle più lontane latitudini, è del tutto plausibile che alcune fotografie non rappresentino individui della famiglia Corte, cosicché anche un tentativo di identificazione tramite confronto archivistico risulta inattendibile o di fatto impossibile. Ciò che invece appare in tutto inerente con le attività dell’avvocato Camillo Corte è la presenza di fotografie relative ai cantieri per la costruzione di tratti di strada ferrata. La permanenza della ditta Alarico Piatti sull’Appennino tosco-emiliano tra il 1897 e il 1903 (estremi ricavati dai registri e da atti paralleli) per la realizzazione della galleria ferroviaria del Borgallo giustifica un buon numero di immagini di cantieri, di maestranze all’opera, di infrastrutture metalliche come ponti, viadotti e massicciate, di collaudi d’opera con i responsabili ed i manovali schierati, ecc. Notevoli poi ma altrettanto prive di indicazioni di località, di data e di soggetti, quelle due dozzine di stampe nelle quali sono immortalati misuratori, geometri, progettisti intenti alle traguardazioni dei siti destinati ad essere trasformati dal passaggio dei binari o dalla perforazione di tunnel. L’insieme delle fotografie dei Corte contiene poi inserti curiosi come la serie di nitidissime stampe di ampio formato databili intorno agli anni ’20 in cui i signori Corte, almeno così pare, vennero ritratti in compagnia di statue marmoree con le loro fattezze, oppure i tre scatti che hanno per protagonista un esilissimo aeroplano, o avioleggero che dir si voglia, degli esordi del volo. I Corte poi collezionavano immagini d’arte con i capolavori dell’estro italico o con vedute di resti archeologici come gli scavi di Pompei.

Stato di catalogazione: catalogato

Supporto per la catalogazione: informatico

Responsabilità degli interventi archivistici:
Danilo Craveia (2007)

Acquisizione: acquisito tramite Pierangelo Costa nel 1996-97

Bibliografia specifica: D. Craveia, G. Vachino, I fondi fotografici del DocBi: dall’industria alla gente biellese, in «Studi e ricerche sulla fotografia nel Biellese», Bollettino DocBi 2003; Schedatura dei fotografi biellesi, in «Studi e ricerche sulla fotografia nel Biellese», vol. 2, Bollettino DocBi 2006; D. Craveia, Archivio e storia di una famiglia biellese: il fondo Corte, in «Studi e ricerche sul Biellese», Bollettino DocBi 2009


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<b>Renato Corte con una delle sue sculture, Roma 1920 ca.</b><br />

Renato Corte con una delle sue sculture, Roma 1920 ca.




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