INTRODUZIONE

Il Centro di Documentazione dell’Industria Tessile è stato istituito dal DocBi - Centro Studi Biellesi presso la “Fabbrica della ruota” di Pray allo scopo di salvare, conservare e catalogare fondi archivistici e iconografici appartenuti ad industrie non più attive, documenti e immagini che in passato erano spesso destinati al macero piuttosto che alla ricerca storica. Convenzionalmente si fa risalire al 1995 la data di nascita del Centro, epoca della donazione della biblioteca di Mario Sodano, ma già dal 1992, anno di acquisizione dell’ex Lanificio Fratelli Zignone (comunemente noto come “Fabbrica della ruota”) dall’industriale Carlo Beretta, il DocBi aveva avviato una campagna di raccolta e di concentrazione di materiali archivistico-documentari e bibliografici diversi. Questa mission originaria, peraltro già iniziata ancor prima del 1992 durante il periodo d’uso della sede storica della Sella di Mosso, si è spontaneamente evoluta verso un’attività di salvaguardia archivistica di più ampio respiro che si estende, di fatto, anche su insiemi documentari e iconografici non strettamente attinenti all’archeologia industriale ma alla “storia” biellese in generale. I fondi archivistici del Centro di Documentazione sono stati dichiarati di interesse storico particolarmente importante con la notifica della Sovrintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta del 28 novembre 2005. A fronte della presa di coscienza delle istituzioni preposte alla vigilanza del valore del patrimonio archivistico-documentario del DocBi, è importante sottolineare che gran parte dell’attività archivistica del Centro di Documentazione, che ha potuto contare sulla professionalità di esperti del settore e che oggi è gestita direttamente da personale specializzato, si è sviluppata quasi del tutto senza l’ausilio di sostegni economici specifici da parte della pubblica amministrazione o di enti locali. Il Centro di Documentazione dell’Industria Tessile della “Fabbrica della ruota” ospita anche due biblioteche. La prima, composta da circa 1300 volumi dedicati esclusivamente all’industria tessile, si è formata attorno al precitato lascito librario del comm. Mario Sodano. La seconda, di carattere generico, conta circa 5000 volumi. L’azione del Centro di Documentazione di Pray è strettamente connessa con la sede del DocBi a Biella dove, oltre alle funzioni di base operativa per le realizzazioni editoriali e per diversi progetti di ricerca e di schedatura, è conservata anche una quota rilevante del patrimonio bibliotecario dell’associazione dedicata, soprattutto, al Biellese. Questi due poli “coprono” geograficamente e idealmente tutto il territorio sia come propulsori per l’impegno del DocBi sia come punti di offerta per i fruitori dei materiali archivistici e bibliografici accumulati in questi cinque lustri di attività. Per quanto nella prima fase della propria attività la maggior parte dell’energia e dell’impegno sia stata indirizzata nel reperimento dei fondi e nel loro riordino, il Centro ha ospitato molti consultatori; a tale proposito è utile rilevare non tanto la quantità quanto la varietà dei fruitori, sia in termini di settore d’interesse (oltre a ricercatori o tesisti nell’ambito strettamente storico o dell’archeologia industriale, si incontrano antropologi, sociologi, linguisti, architetti, ingegneri e psicologi, senza contare alcuni tecnici di varia estrazione, esperti della comunicazione e artisti in cerca di materiali o di ispirazione) sia in senso geografico potendo annoverare richieste di consultazione provenienti da tutta Italia e non poche dall’estero (soprattutto dall’area francofona). A questi visitatori “attivi” vanno poi aggiunti quelli che semplicemente hanno avuto accesso al Centro di Documentazione in qualità di curiosi o di “turisti” interessati nell’ambito delle oltre mille visite guidate che la “Fabbrica della ruota” ha accolto in questi anni: una stima prudente indica in circa duemila gli ingressi al Centro solo per gli ultimi dieci anni. Successivamente alla mostra del 1997, allestita a cura di Teresio Gamaccio, un ulteriore bilancio descrittivo generale dei presupposti, dell’attività e del patrimonio del Centro di Documentazione dell’Industria Tessile data al 2000 per mano di Marcello Vaudano. Il suo contributo, pubblicato in quell’anno sul primo numero monografico del bollettino del DocBi dedicato all’industria tessile biellese, trova nelle pagine che seguono un’ideale continuità e un prevedibile quanto corposo aggiornamento, segno questo di uno sviluppo che promette, pur tra le difficoltà del momento, di proseguire nel futuro.
La “Fabbrica della ruota” e, di conseguenza, il Centro di Documentazione fanno parte del circuito ecomuseale biellese, cui aderiscono, oltre a diciassette cellule, ventiquattro enti, associazioni e istituzioni culturali tra cui il DocBi, che contribuiscono a definirne e realizzarne gli obiettivi e a sostenerne la progettualità, mettendo a disposizione patrimoni di pregio e svolgendo attività culturali. L’Ecomuseo del Biellese, parte di quello piemontese, è gestito dalla Provincia di Biella. Il Centro di Documentazione ha aderito attivamente alla costituzione del Centro Rete Biellese Archivi Tessili e Moda nato nel 2010. Il Centro Rete Biellese Archivi Tessile e Moda è «un progetto pilota a livello nazionale promosso da associazioni, aziende, istituzioni pubbliche e private del territorio. Ha come capofila la Provincia di Biella che, in collaborazione con ANAI Piemonte e Valle d’Aosta, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Piemonte, si è fatta promotrice di un’esperienza tesa a coinvolgere il tessuto culturale ed economico dell’intero territorio. Ha come obiettivo primario la valorizzazione del tessile biellese, un patrimonio culturale tra storia e futuro. Ma ha anche forti intenti di sensibilizzazione verso la salvaguardia degli archivi tessili di ogni tipologia, dal cartaceo all’audiovisivo all’oralità al prodotto». Sul sito www.archivitessili.biella.it è possibile approfondire le caratteristiche del progetto che è in primis basato sugli archivi tessili «custodi della memoria del “saper fare” di operai, tecnici e imprenditori». Inoltre, lo scopo progettuale ultimo è quello di «unire finalità di indagine, di recupero, di salvaguardia e di comunicazione alle più concrete necessità del comparto laniero che nei propri archivi può trovare conferme di valore e di unicità come stimoli di creatività e di intraprendenza».


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<b>Visita alla mostra del 1997: da sinistra, Sergio Trivero, Marcello Vaudano e Guido Ceronetti.</b><br />

Visita alla mostra del 1997: da sinistra, Sergio Trivero, Marcello Vaudano e Guido Ceronetti.




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