Campioni in stoffa

I campionari tra storia, tecnica e arte

Pray, "Fabbrica della ruota" (reg. Vallefredda 1), dall'11 settembre al 20 novembre 2011
apertura: domenica 15.00/18.00; tutti i giorni su prenotazione per gruppi e scolaresche (015 7388393 - 015 766221)
mostra organizzata da: DocBi-Centro Studi Biellesi e IIS Q. Sella
a cura di Giovanni Vachino, con la collaborazione tecnica di Roberto Pozzi, Silvia Moglia, Tullia Ramella

CATALOGO


Tessuti storici e attuali

Vengono presentati, esposti cronologicamente, una serie di tessuti realizzati nell'arco di circa un secolo da alcuni dei più importanti lanifici biellesi. I più antichi sono stati fabbricati da lanifici ormai scomparsi e costituiscono quindi una testimonianza preziosa ed unica di un prodotto storicizzato. I tessuti più recenti tra quelli esposti sono stati prodotti da alcuni dei più importanti lanifici biellesi. Questi tessuti, assieme a quelli fabbricati dagli altri lanifici biellesi e valsesiani che non è stato possibile esporre, rappresentano gli esempi più attuali e qualitativamente più rilevanti della stoffa oggi prodotta. Questa stoffa può essere anche "toccata", compiendo un gesto un tempo consueto, per meglio percepirne la qualità che, è possibile affermare con orgoglio, non teme confronti al mondo.

 
Il telo delle lavorazioni

Il complesso e articolato processo che trasforma la lana in tessuto viene sintetizzato descrivendo ogni lavorazione, illustrata attraverso immagini e mini-video con lo scopo di presentare gli snodi principali del ciclo di trasformazione e di rendere familiari termini e concetti verosimilmente estranei al bagaglio di conoscenze di chi, per formazione, non è un "tessile".


I campionari d'archivio

Sono esposti, in ordine cronologico nell'arco temporale che copre circa centocinquant'anni, i "classici" campionari d'archivio: la memoria tecnica del prodotto, realizzati da alcuni dei più noti lanifici biellesi a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento fino a quelli più attuali. Anche se la struttura, la composizione e la rilegatura sono tipologicamente simili, è possibile osservare diversi criteri di allestimento dei campionari stessi; alcuni contengono solo il campione di tessuto ed il riferimento all’articolo, altri descrivono i filati impiegati ed i dati tecnici di fabbricazione. Non è raro trovare riferimenti al venduto ed annotazioni di vario tipo. Alcuni dei campionari esposti sono stati prodotti da lanifici che hanno da tempo cessato la loro attività e costituiscono pertanto una preziosa documentazione storica. La maggior parte invece è stata prodotta da lanifici che continuano a mantenere viva la secolare tradizione laniera del Biellese.
 

Campionari da esposizione

I quattro eleganti e preziosi campionari da esposizione sono quanto rimane dei ventinove esemplari predisposti dall'Associazione Laniera per essere inviati all'Esposizione Universale di Bruxelles del 1910, ottenendo un esito prestigioso per i lanieri italiani in concorso: il diploma di Grand Prix con tanto di medaglia di bronzo, che costituiva il più alto riconoscimento in palio.


L'Archivio Vercellone

Alcuni archivi biellesi conservano consistenti raccolte di campionari d'epoca. E' questo il caso delle Fondazioni Sella e Piacenza, dell'Archivio Pria, di Casa Zegna, del Centro di Documentazione dell'industria Tessile (presso la "Fabbrica della ruota") e di alcune importanti collezioni private. Particolare rilievo per antichità e consistenza assume l'archivio Vercellone, depositato presso il Comune di Sordevolo, nel quale sono raccolti tre fondi archivistici legati ad altrettante fasi aziendali del lanificio Giovanni Battista Vercellone nel periodo compreso tra il 1730 ed il 1899, dal quale provengono significativi documenti e campionari esposti in mostra.

 
Campionari tra tecnica e arte

Questo settore della mostra documenta ed illustra le modalità di preparazione, presentazione, conservazione e commercializzazione dei campionari nelle loro varie tipologie ed espressioni artistiche. Un video da' voce ad alcuni dei "protagonisti" che raccontano la loro esperienza di progettazione dei campionari. La ricostruzione del tavolo del disegnatore e la documentazione fotografica di alcuni degli ambienti nei quali i disegnatori operano introducono il visitatore nell'ambiente più "segreto" del lanificio dove vengono progettate le collezioni. Un telaio da campioni ottocentesco caricato con il tricolore può essere considerato il simbolo della mostra. Centocinquanta campioni, uno per anno dal 1861 al 2011, sono proiettati cronologicamente, quasi a formare un film che documenta la creatività sviluppata dai disegnatori biellesi nell'arco temporale dell'Unita' d'Italia. L'allestimento si conclude con un settore dedicato alla sartoria e ad alcune nuove proposte di abiti e capi, come la "camisa 'd campiun", che dai campionari traggono ispirazione.


I campionari "firmati"

I sedici "quadri", incorniciati in nero, che accompagnano il percorso cronologico degli archivi sono stati realizzati a cura del Lanificio Successori Reda; contengono un campione di stoffa e la sua "messa in carta": la scheda tecnica contenente precise indicazioni riguardo alla sua composizione, all'armatura e passatura; inoltre non manca il riferimento al disegnatore che progettò il tessuto in una specifica data.

 
Il tavolo del disegnatore

Matassine di filato, cartelle con le coloriture presenti nei vari titoli, mazzette di tessuti... Il regolo, la carta tecnica su cui disegnare, l'ago per scampionare, l'immancabile lentino e qualche campionario d'epoca o di tendenza a cui ispirarsi... Sono soltanto alcuni degli abituali strumenti di lavoro che il disegnatore utilizza per ideare nuovi disegni e articoli. La ricostruzione del tavolo di lavoro del disegnatore intende fornire un'idea almeno approssimativa dell'ambiente nel quale si sviluppava la fantasia, forse alimentata dal consueto disordine creativo.


Interpretazioni artistiche

L'elaborazione artistica delle "tendenze moda" fornite dal Comitato Moda negli anni Ottanta ha suggerito a Sergio Ferla due composizioni riferite al Palio di Siena e realizzate con un collage di campioni. Il titolare e disegnatore dell'omonimo lanificio ha ideato anche un curioso profilo di un "baby alpaca" contenente campioni di tessuto che riproducono la coloritura del manto del camelide.

 
Il telaio da campioni

Questo telaio a mano ottocentesco, poi meccanizzato e successivamente pneumatizzato, ha lavorato per oltre un secolo. Può essere considerato un simbolo dell'operosità e dell'ingegno biellese. In occasione della mostra "Campioni in stoffa" è stato restaurato e "caricato" con un ordito che, opportunamente tramato, consentisse di formare la bandiera tricolore nel contesto della celebrazione del 150esimo dell'Unità d'Italia. E' affiancato ad una bandiera pre-unitaria tessuta in un telaio simile a quello esposto.







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