ARCHIVIO DOCUMENTARIO

L’archivio documentario con specializzazione tessile costituito dal DocBi è un patrimonio storico-culturale di indiscutibile interesse. La dichiarazione della Soprintendenza del 28 novembre 2005 ne attesta ufficialmente il valore e rappresenta il miglior riconoscimento per un’attività di vigilanza, di ricerca, di salvaguardia e di valorizzazione se non unica senz’altro peculiare in ambito regionale e, forse, nazionale. Le particolarità da mettere in evidenza, anche al fine di far comprendere le finalità e le metodiche di lavoro del Centro di Documentazione, riguardano il fatto che l’acquisizione e l’archiviazione non si riferiscono a un’unica sorgente documentaria (come nel caso di realtà pubbliche o private autoriferite al proprio esclusivo archivio storico), ma a tutta una serie di elementi, peraltro in continua implementazione, che hanno in comune il solo essere biellesi e, per quanto possibile, l’essere connessi all’attività produttiva tessile locale. La volontà di salvare, conoscere, rendere fruibili e tramandare un sempre maggior numero di fondi documentari ha però spesso creato deroghe importanti per archivi non tessili che si sono a buon diritto aggiunti al novero di quelli originariamente conservati presso il Centro di Documentazione. In ogni caso dei 62 fondi archivistici indicati qui di seguito, 37 sono di carattere tessile (circa 10.000 unità archivistiche), ovvero corrispondono a circa ottocento dei mille metri lineari di documenti presenti nella “Fabbrica della ruota”. Per quanto riguarda la documentazione derivata da realtà produttive laniere o cotoniere, il Centro di Documentazione si è posto nella condizione di ricevere, di riordinare e di offrire in consultazione tipologie e consistenze archivistiche molto diverse. Quantitativamente si va da fondi costituiti da singole unità archivistiche (non per questo meno importanti, come del caso dell’inventario del Lanificio Bozzalla Pel del 1854) a quelli molto più consistenti (come quello del Lanificio Trabaldo Togna di Pray, che si estende per circa 300 metri lineari). Dal punto di vista qualitativo è importante segnalare che, con le ultime acquisizioni, il Centro di Documentazione ha potuto “coprire” un orizzonte archivistico molto ampio nel senso che, alla tradizionale documentazione produttiva tessile, si sono aggiunti fondi di contenuto differente, come quello derivante dall’attività di una casa di importazione di materia prima (il Fondo Attilio Converso Lane) e quello prodotto dall’Ovattificio Bracco di Chiavazza. Senza contare la componente di carattere meccano-tessile contenuta nell’interessante raccolta di disegni tecnici del Fondo Officine di Chiavazza. Proprio l’archiviazione di fondi industriali così differenti in termini documentari identifica virtualmente il Centro di Documentazione come laboratorio archivistico aperto, dove problematiche catalografiche e metodologiche stimolano e obbligano a riflessioni e a soluzioni sempre nuove. La molteplicità delle componenti costitutive dell’archivio di concentrazione del Centro di Documentazione dell’Industria Tessile si ritrovano tanto nelle differenti tipologie delle carte (dal campionario tessile vero e proprio alla corrispondenza privata appartenente a famiglie estranee alla produzione laniera) quanto nelle caratteristiche cronologiche e geografiche dei documenti (da atti del XVI secolo relativi alla Valsessera ai cablogrammi commerciali degli anni ’80 del secolo scorso inerenti la compravendita laniera su scala mondiale). In effetti, accanto alla documentazione di carattere industriale tessile, si trovano attualmente 22 fondi archivistici diversi per natura e per contenuti. Cinque di essi sono stati raggruppati per le loro peculiarità “tecniche”: si tratta di 7 fondi generati dall’esercizio professionale di ingegneri, architetti e geometri, dal Fondo Franco Fava (la raccolta di copie di elaborati tecnici edili di una copisteria coggiolese del Dopoguerra) e dal precitato fondo delle Officine di Chiavazza. I primi sono composti per lo più da elaborati grafici, mentre l’ultimo contiene anche documenti e preziose fotografie. I 15 altri fondi, indicati come “Diversi”, annoverano archivi familiari o personali e rappresentano un importante tassello dal punto di visto della storiografia sociale e della mentalità. Per questi 22 fondi si tratta di circa 5.000 unità archivistiche. Buona parte dei fondi archivistici è già stata riordinata e inventariata informaticamente con il supporto del software Guarini Archivi della Regione Piemonte, mentre per altri è in corso l’inserimento dei dati sul medesimo applicativo. I documenti d’archivio sono, come detto, suddivisi in tre settori:

- Fondi “industria tessile”, acquisiti da cessate realtà industriali tessili in senso lato (lanifici, cotonifici, maglifici, ecc.);
- Fondi “tecnici”, composti da carte tecniche e disegni prodotti da architetti, ingegneri e geometri;
- Fondi “diversi”, costituiti da vari insiemi documentari di origine e di formazione diverse.


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